La storia di Paolo racconta l'eterno conflitto tra cuore e mente: a chi dobbiamo affidarci per fare le scelte della nostra vita?
Paolo, appena diplomato, inizia a lavorare presso una filatura di Biella, come manutentore di telai: sono gli anni Novanta, il settore tessile è prospero e il lavoro è ben retribuito. Tuttavia, nelle sue vene scorre una passione, trasmessa dai suoi genitori, che è quella per la montagna, un amore che gli brucia l'anima e che profuma di libertà.
Succede così che, durante le monotone giornate in fabbrica, scandite dal rumore dei telai e dai turni di lavoro, Paolo si trova a guardare, attraverso i finestroni dei reparti, alcune schegge di cielo limpido e azzurrissimo. E qui sente un richiamo che gli dice di uscire dalla fabbrica e di raggiungere la montagna.
Un giorno d'estate, tra lo stupore di tutti i colleghi, Paolo decide di chiudersi alle spalle una porta e di lasciare la fabbrica e i telai: iniziano per lui una serie di anni fatti di lavori stagionali e variegati, che gli permettono di dedicarsi allo studio e alla pratica per diventare una guida alpina. Oggi Paolo è una guida alpina professionista: ci sono domeniche in cui, rientrando a casa dal lavoro, passa con l'auto davanti alla "sua" fabbrica che, chiusa da tempo, versa in uno stato di semi abbandono: la guarda e pensa a quel giorno in cui un clack dell'armadietto, gli ha chiuso una porta e aperto la sua strada.
Sto tornando dalla Svizzera, Vallese per la precisione, montagne alte e stupende. Spesso e volentieri, questi ritorni dopo belle gite con clienti, sono fatti di stanchezza, sonnolenza e gambe dolenti; e di un'ultima Redbull bevuta all'autogrill sulla A26, area di sosta "Agogna ovest" per tener alta l'attenzione, sopra l'autoradio che spara alta la musica. Spesso inoltre e' già notte quando passo veloce davanti al luogo della metamorfosi, allora mi accorgo che, il piede indugia sull'acceleratore, il mio sguardo cerca quella finestra ora chiusa e malandata dopo anni d'oblio; e' solo un attimo, passa veloce. Poi come sempre il motore riprende giri e risucchia altrove pensieri e ricordi.
Una porta di un armadietto da spogliatoio che si chiude per l'ultima volta, la soglia dello spogliatoio della filatura, varcata anch'essa per un'ultima volta, il timbro sulla cartolina sempre per l'ultima volta. Mi ricordo bene il caldo appiccicato addosso a quella sera di mezza estate. Ricordo il rumore martellante dei ring, le voci e i saluti ai colleghi e al personale quasi totalmente femminile, tutti increduli per la decisione di lasciare tutto. Bisogna tornare alla fine del secolo appena passato, a un Biellese florido, a fabbriche che scandivano la vita e i destini della nostra comunità. Appena uscito dalle scuole superiori un posto in fabbrica, qualifica aiuto assistente, per un giovane diplomato, era una bella scommessa sull'avvenire, o per lo meno un lavoro più che dignitoso.
Eppure la passione per la montagna che bruciava l'anima mi portava inesorabilmente un po' più lontano, almeno con i sogni. Così percorrendo all'infinito quei saloni caldi di sudore di operai, e pieni del martellare dei macchinari, quel cielo che intravedevo nei finestroni, lassù in alto nel capannone, divenne un richiamo irresistibile, quasi feroce.
Non fu una decisione facile da prendere ma ci misi poco tutto sommato a comprare un biglietto aereo per la California, e scrivere la lettera di licenziamento. Direzione Yosemite Valley, uno dei templi dell'arrampicata mondiale. Dopo uno dei mesi più belli e intensi che io ricordi , tornai a casa e iniziai il percorso che mi portò a diventare una guida alpina e a vivere di montagna.
Ora la filatura e la vita che lasciai alle spalle, sono entrambe chiuse per sempre. Provo tenerezza guardando l'aspetto trasandato di quella che fu una delle aziende più floride della zona. Al di la della siepe esageratamente rigogliosa, intravvedo ancora, passando, le finestre di quello che fu il mio spogliatoio. Sento che dentro c'è ancora quell'armadietto metallico. Era inconfondibile con quei tre graffi a mezzaluna sulla porta in basso a destra, e quelle scritte incise chissà da chi per lasciare un impersonale "Ciao" a chiunque vi passasse davanti. Si lo saluto con tenerezza il luogo della mia metamorfosi, ringraziando quella porta che chiudendosi, ha aperto la mia strada.
By Paolo Tombini
Cosa abbiamo realizzato per Paolo
Abbiamo trasformato la storia di Paolo in complementi d'arredo unici per arredare la sua casa: questi oggetti nati dall'interpretazione della sua storia, hanno la funzione di far rivivere mediante il loro utilizzo quotidiano, un momento così importante della sua vita. Prima di metterci al lavoro abbiamo incontrato Paolo e gli abbiamo chiesto di portarci oggetti e immagini per lui significativi: ci ha portato la picozza, la sua ultima busta paga e un attrezzo che usava sui telai.
Quadri di luce.

Pannelli luminosi che rievocano le luci di un paesaggio alpino notturno evocato da Paolo come il momento più poetico del suo lavoro. I trafori nel tessuto creano un gioco di luci e ombre che cambiano continuamente in base al punto di vista dell'osservatore.
Dimensioni: 4 pannelli 40X40cm disposti orizzontalmente.
Materiale: pannelli in cotone, lana e viscosa made in Biella tessuti a mano. I pannelli sono retroilluminati con bande LED montate su telaio in legno.
Schegge di cielo

In questa realizzazione il tessuto diventa il supporto per raccontare la storia della metamorfosi di Paolo attraverso i tre momenti chiave che l'hanno caratterizzata: il suo impiego in fabbrica, la sua passione per la montagna che lo porta verso cieli tersi e la scelta di intraprendere una nuova strada. Le parole seguono linee tracciate dalle nuvole e rispecchiano i sentimenti e le emozioni di Paolo.
Dimensioni: 3 cuscini 40X40cm.
Materiale: fodere 100% seta colore azzurro cielo.
Terra e cielo

Pannello per tavolino che rappresenta il prima e il dopo la metamorfosi di Paolo; il cielo azzurro, intenso come quello che filtrava dalle finestre della fabbrica dove lavorava, e le nuvole, che sembrano in “viaggio” spostate dal vento, riportano la texture del retro della sua ultima busta paga, mentre le forme della catena montuosa sono immaginarie perché ricavate rielaborando la sagoma della picozza, detta becca, che Paolo utilizza quando porta i suoi clienti in alta quota. A questa immagine, già ricca di elementi significativi, sono state unite due forme geometriche: il cerchio ed il quadrato simboli del rapporto tra Cielo-Terra, aspirazione a un
nuovo equilibrio.
Dimensioni: pannello ad incastro per tavolo 60x60cm.
Materiale: stampa fotografica su pannello in pvc plastificato opaco, spessore 1 cm.
Frammenti di passione
La progettazione di questo complemento nasce dalla collaborazione con una guardia forestale che, partendo dal racconto di Paolo ha individuato nel Larice, Larix decidua Mill, la pianta che, per le sue caratteristiche, è più simile al carattere e all'indole del protagonista. Partendo da questa analogia abbiamo realizzato quattro sottobicchieri ricavati da una lastra di bio larice trattato termicamente nella quale è stata incisa, mediante tecnologia laser, la sagoma della piccozza che rappresenta la passione di Paolo per la montagna.
Scomponendo e ri assemblando le sagome dei sottobicchieri è possibile interagire con l'oggetto e creare continuamente nuove forme.
Dimensioni: 4 elementi da 11,5X11,5cm ciascuno, spessore 2cm.
Materiale: bio larice trattato termicamente, inciso e tagliato al laser.
Havana, la nuova via sul monte Tsaronoro.
Arazzo tessuto a mano che rappresenta una nuova via aperta da Paolo, insieme a Sandro Bonini, Paolo Stoppini e Alberto Zucchetti sul monte Tsaronoro in Madagascar nel settembre del 2004. La fatica e la pazienza della tessitura a mano rappresentato e richiamano le difficoltà della salita verso la cima, ma che portano alla realizzazione di un sogno.
Dimensioni: 2 teli larghezza 50cm e altezza 180cm.
Materiale: ordito in cotone, trame in fibre naturali, perline di vetro. Tessuti a mano.
Paolo dice di noi:
PENSO CHE DARE FORMA AI SENTIMENTI DELLE PERSONE SIA ARTE ALLO STATO PURO: VEDERE IL MIO RACCONTO CHE SI È CONCRETIZZATO NELLA FORMA, NEI COLORI E NEI MATERIALI PIÙ NOBILI E BELLI È STATA UN’EMOZIONE FORTE. VEDERE LA COMMOZIONE NEGLI OCCHI DI MIA MOGLIE È STATO PIÙ BELLO CHE TOCCARE IL CIELO BLU IN CIMA AI MIEI MONTI. TUTTA LA MIA STORIA E LA MIA VITTORIA PROFESSIONALE E UMANA ERA RACCHIUSA E RACCONTATA IN OGNI OGGETTO REALIZZATO. PAOLO TOMBINI – GUIDA ALPINA
La storia di Paolo, racchiusa in un volume che arricchisce la sua libreria.
La storia di Paolo racconta una duplice metamorfosi: quella che cambia la sua vita e che lo trasforma da tecnico dell'industria tessile a guida alpina e quella che, negli ultimi vent'anni, ha trasformato lo stesso territorio biellese.
Chi sono: Roberta Defassi
Ti aiuto a trovare le parole giuste per raccontare i tuoi ricordi più belli e li trasformo in un libro personalizzato. Porto la poesia all'interno degli oggetti che insieme a Daniela realizziamo per la tua casa.